La società e l’economia dei prossimi anni saranno costruite sulle relazioni, sull’esperienza e sulla prossimità. L’innovazione genera forme inedite di produzione, attira occupazione, diffonde una visione nuova che innesta l’arte e la cultura in tutta l’economia. In questa regione, negli ultimi anni, si è lavorato in questa direzione con risultati positivi, come dimostrano tutte le analisi.

In Emilia-Romagna ci sono esempi forti di come la creatività possa innervare tanto i comparti industriali e artigianali, quanto i comportamenti e gli orientamenti del consumo, stimolando la stessa società a costruire nuove esperienze di produzione, scambio e condivisione, nuova occupazione.

Ora si può andare oltre. Si può capovolgere il paradigma tradizionale, lo si può scardinare e si può fare della cultura il punto di partenza per l’economia, non viceversa.

Oggi anche nel “consumare” le persone cercano sempre più beni a valenza culturale, quelli che permettono di definire l’immagine di sé, il proprio progetto di vita. Sbaglieremmo se pensassimo che questa sia una preoccupazione che appartiene solo ad una classe di privilegiati. Il desiderio di soddisfare bisogni che non siano legati alle sole esigenze materiali è sempre più trasversale. Le imprese del territorio stanno passando progressivamente da produttori di beni e servizi a produttori di modelli di identità. Cos’è, se non un modello identitario il made in Italy o il made in Emilia-Romagna? La loro forza è nella parte emozionale e l’attrattività di un territorio passa oggi sempre più dalla capacità di offrire anche una componente immateriale, emozionale.

L’impatto della creatività e della cultura si concreta in capitale sociale, qualità della vita, professioni artistiche e culturali a cui devono essere riconosciuti diritti e dignità. Si trasforma in inclusione sociale e integrazione, in atmosfera creativa e relazioni con realtà imprenditoriali. Innestare la creatività nelle nostre città vuol dire generare un territorio economicamente e culturalmente attivo, attrattivo dal punto di vista economico e sostenibile sul piano sociale e ambientale. Tutto ciò genera una comunità solida e dinamica.

L’esperienza ci consegna una regione ricca di fermenti, incubatori, laboratori d’innovazione e imprese agili e attive in molti settori. Tutto questo è il frutto di un lungo lavoro condotto insieme da operatori e operatrici, giovani, associazioni e amministratori pubblici. Una grande ricchezza che può e deve crescere ancora. L’economia ne riceve forti benefici, la società ridisegna i suoi spazi trasformandoli in beni comuni. Ecco il valore della conoscenza e della creatività.